Ventotène è un'isola del Mar Tirreno situata al largo della costa al confine tra Lazio e Campania. L'isola ha origini vulcaniche, e fa geograficamente parte dell'arcipelago pontino.
Ventotene ha una forma allungata, misura circa 3 chilometri ed un'altitudine massima di 139 metri, giurisdizionalmente fa parte dell'omonimo comune (abitato da circa 600 persone) e della provincia di Latina.
Nelle sue vicinanze si trova l’ Isola di Santo Stefano a circa 2 chilometri ad est, e l'Isola di Ponza che è a 40 chilometri a nord-ovest.
Ventotene era conosciuta ed abitata anche al tempo dei Greci eRomani, i quali usavano chiamarla Pandataria o Pandateria (Παντατήρια in greco antico).
Divenne famosa perché fu il luogo in cui prima Augusto esiliò la figlia Giulia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l'imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina nel 29 d.C. e più tardi l'imperatore Nerone esiliò sua moglie Ottavia, dopo averla ripudiata. Aveva appena divorziato da lei con il pretesto che non gli aveva fatto avere figli. Agrippina maggiore morì sull'isola di fame (probabilmente per ordine dell'imperatore Tiberio stesso) nel 33 d.C.
Del periodo romano a Ventotene sono rimaste diverse rovine di ville e acquedotti, il porto antico e le peschiere modellate nelle rocce vulcaniche di tufo.
Durante il periodo fascista, precisamente dal 1941 al 1943, sull'isola furono confinati numerosi antifascisti di tutte le tendenze, nonché persone considerate non gradite dal regime, tra gli altri Sandro Pertini e Luigi Longo.